Caso Premium Net: dopo il sequestro, per Bolondi arriva la confisca dei beni
Il caso Premium Net si arricchisce di un nuovo passaggio giudiziario. Secondo quanto riferito da diverse fonti di stampa, la Guardia di Finanza di Pavia ha ora disposto la confisca per 120 immobili e 16 milioni che erano nelle disponibilità dell’imprenditore Giancarlo Bolondi, cui faceva capo la società consortile, peraltro dichiarata fallita alla fine dello […]
Il caso Premium Net si arricchisce di un nuovo passaggio giudiziario. Secondo quanto riferito da diverse fonti di stampa, la Guardia di Finanza di Pavia ha ora disposto la confisca per 120 immobili e 16 milioni che erano nelle disponibilità dell’imprenditore Giancarlo Bolondi, cui faceva capo la società consortile, peraltro dichiarata fallita alla fine dello scorso anno.
Gli stessi beni erano già stati oggetto di sequestro nel 2019, ovvero quando aveva preso avvio l’indagine nei confronti della società. Tra questi ci sarebbero immobili di pregio situati nelle province di Milano, Lodi, Torino, Brescia, Genova e Aosta, tra i quali in particolare abitazioni nei pressi del lago di Garda, a La Thuille, a Sestriere, nella riviera di Levante, nonché terreni, pure in provincia di Lodi.
Un ulteriore sviluppo della vicenda, dal punto di vista, si potrà avere nei prossimi giorni, dato che il 23 marzo è fissata a Milano l’udienza dei creditori per l’esame dello stato passivo.
Il caso Premium Net era direttamente collegato alle vicende che avevano posto in amministrazione giudiziaria Ceva Logistics Italia srl, uno dei clienti dello stesso consorzio. In particolare Premium Net nel 2016 aveva fatturato a Ceva 26 milioni di euro, e l’anno seguente oltre 47 milioni. Ceva Logistics, che nell’agosto 2018 aveva cessato i suoi rapporti commerciali con il consorzio, nel maggio 2019 poi stata posta in amministrazione giudiziaria, stato da cui è poi uscita nel febbraio del 2020.
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