Tutti i numeri della logistica di Amazon in Italia nel 2021
Il lancio del nuovo servizio Buy with Prime ha riacceso l’attenzione sulla logistica di Amazon, chiarendo innanzitutto come per il gruppo di Seattle questa attività non rappresenti più un puro servizio a supporto delle vendite concluse sul suo portale ma sia ormai una redditizia attività che può essere venduta anche a terzi. Un riscontro in […]
Il lancio del nuovo servizio Buy with Prime ha riacceso l’attenzione sulla logistica di Amazon, chiarendo innanzitutto come per il gruppo di Seattle questa attività non rappresenti più un puro servizio a supporto delle vendite concluse sul suo portale ma sia ormai una redditizia attività che può essere venduta anche a terzi.
Un riscontro in questo senso può essere ritrovato anche nei bilanci delle tre controllate del gruppo statunitense che svolgono le attività di trasporto e stoccaggio in Italia. Tutti, si legge, chiusi in attivo e con volumi d’affari in crescita per via del forte sviluppo che ha avuto il commercio elettronico anche lo scorso anno. In estrema sintesi, si tratta di un giro d’affari di 2,037 miliardi, che ha generato profitti per circa 42 milioni e dà lavoro a uno staff diretto di circa 9.500 addetti.
Guardando le tre realtà più da vicino, uno dei business più consistenti – sostenuto anche dalla controllante Amazon Eu Sarl con un versamento da 250 milioni di euro avvenuto nell’aprile 2021 per il potenziamento delle sue infrastrutture – è quello generato da Amazon Italia Logistica Srl.
Realtà che fornisce “servizi di assistenza e supporto di natura logistica”, controllata appunto al 100% da Amazon Eu Sarl (e operante per conto di questa e di Amazon Service Europe Sarl), la società ha archiviato il 2021 con ricavi per 953,072 milioni di euro e un utile di 28,543 milioni. Valori peraltro in netto aumento rispetto al 2020 (rispettivamente +55% e +70% circa), quando i primi erano stati pari a 614,788 milioni e i secondi a 16,788 milioni. Da ricordare che l’anno prima Amazon Italia Logistica aveva raggiunto ricavi per 369 milioni di euro e un utile netto di 13,1 milioni.
La società, cui fa capo l’attività di gestione di una parte dei magazzini ma anche il nuovo business print on demand (pubblicazioni prodotte e vendute su ordinazione), ricorda di aver avviato nel corso dello scorso anno l’attività due nuovi centri logistici di Cividate e Agognate e lo sviluppo di quelli di San Salvo e di Ardea (il primo a tecnologia robotica, il secondo per prodotti voluminosi). Da aggiungere, relativamente al network di magazzini Amazon, che invece secondo la stampa locale quello che sorgerà a Santo Stefano di Magra non vedrà la luce prima della primavera del 2023 (e non entro la fine di quest’anno), come effetto dei rincari e delle incertezze che stanno attraversando il settore dell’edilizia.
Tornando all’andamento di Amazon Italia Logistica Srl nel suo insieme, un altro dato dà conto dello sviluppo marcato delle attività, quello del numero di addetti. Al 31 dicembre 2021 la società contava un numero medio dipendenti di 6.842 unità (di cui 6.043 operai) contro i 4.670 del 2020.
La gestione della logistica di magazzino è al centro anche delle attività di Amazon City Logistica Srl, pure controllata al 100% da Amazon Eu Sarl e, si evince, dedicata in particolare all’ultimo miglio. La società nel 2021 ha gestito lo sviluppo dei siti ‘ultra fresh’ di Torino, Roma, Bologna e Milano (il progetto di avviarne uno a Firenze è invece stato accantonato), generando ricavi per 27,88 milioni (contro i 22,4 dell’anno prima) e utili per 419mila euro (erano 399mila nel 2020), una crescita anche nel suo caso accompagnata da un aumento degli addetti (da 108 a 140 il numero medio dipendenti a fine 2021).
Chiude il terzetto Amazon Italia Transport, pure ‘al servizio’ di Amazon Eu Sarl e Amazon Service Europe Sarl ma controllata al 100% da Amazon Europe Core Sarl e realtà più grande delle tre. La società, che si occupa di consegne di ultimo miglio con la gestione, si evince dal bilancio, di “delivery station, sortation center ed exchange points”, ha ottenuto lo scorso anno ricavi per 1,057 miliardi (contro i 752 milioni del 2020, +40% circa) e un utile di 12,993 milioni (a fronte di 9,386 milioni, +37% circa), mentre il suo numero medio dipendenti è cresciuto da 1.484 a 2.605 unità. Anche nel suo caso notevole è stato durante l’anno il contributo della casa madre (200 milioni), ma per quel che riguarda l’espansione sembra di capire che questa verrà (per il momento?) messa in pausa dato che nel documento si legge che per il 2022 la società farà “leva sui centri esistenti”.
F.M.