Amazon sorpassa Brt e Poste Italiane nel mercato italiano delle consegne pacchi
A fine 2021 la quota di Amazon nel mercato italiano delle consegne pacchi ha raggiunto il 17,9% del totale (per valore dei ricavi), superando così quelle di Brt e Poste Italiane (entrambe 17,3%) nonché quelle degli altri operatori (nell’ordine: Ups, Gls, Dhl, Tnt-Fedex, rispettivamente con il 13,9%, il 13%, il 12,8% e il 7,8%). Lo […]
A fine 2021 la quota di Amazon nel mercato italiano delle consegne pacchi ha raggiunto il 17,9% del totale (per valore dei ricavi), superando così quelle di Brt e Poste Italiane (entrambe 17,3%) nonché quelle degli altri operatori (nell’ordine: Ups, Gls, Dhl, Tnt-Fedex, rispettivamente con il 13,9%, il 13%, il 12,8% e il 7,8%).
Lo ‘certifica’ l’ultimo report dell’Osservatorio Comunicazioni dell’Agcom, evidenziando come in un anno l’azienda di Seattle (o meglio, la sua controllata Amazon Italia Transport) abbia guadagnato 3 punti percentuali, mentre di rimando PI ne abbia persi 1,6 e Brt 0,9. Come già riportato su SUPPLY CHAIN ITALY, nel 2021 la società ha generato ricavi per 1,057 miliardi (contro i 752 milioni del 2020, +40% circa) e un utile di 12,993 milioni (a fronte di 9,386 milioni, +37% circa), mentre il suo numero medio dipendenti è cresciuto da 1.484 a 2.605 unità.
Al di là dei numeri di Amazon, il report rimanda comunque la fotografia di un comparto che anche nel suo insieme è in forte sviluppo. Complessivamente, lo scorso anno è riuscito infatti a generare ricavi per 5.984 milioni di euro (+17,5% sui 5.090 del 2020, mentre nel 2019 erano stati pari a 4.226 milioni), per lo più frutto di consegne nazionali. Queste hanno prodotto affari per 4.192 milioni, in miglioramento del 16,5% sui 3.600 milioni del 2020 (nel 2019 erano 2.729 milioni). I trasporti internazionali, che si sono attestati su 1.791 milioni, di contro hanno registrato un incremento più marcato (+20,2% rispetto ai 1.491 del 2020 e del 2019).
Interessante notare l’andamento degli ultimi mesi dell’anno, ovvero quelli che tradizionalmente corrispondono alla peak season. Nel quarto trimestre 2021 si osserva una quasi impercettibile contrazione, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, del business delle consegne nazionali (-0,6%, 1.210 milioni contro 1.216) per effetto in particolare di una leggera flessione registrata in dicembre. Complessivamente il quarto trimestre 2021 si è chiuso con ricavi da consegna pacchi per 1.717 milioni (contro i 1.680 del 2020), con una quota di trasporti internazionali che quindi è stata di 507 milioni (ancora in netta espansione rispetto ai 463 di un anno prima). Allargando invece lo sguardo all’intero quinquennio 2017-2021 appare in tutta la sua evidenza la forza dello sviluppo che ha interessato il settore: nei cinque anni i ricavi sono cresciuti del 69,6%, grazie a un +92,8% nel business nazionale e a un + +32,3% in quello internazionale.
Dal punto di vista dei volumi l’andamento ha seguito la stessa tendenza.
Complessivamente, il mercato italiano delle consegne pacchi nel 2021 ha generato 950 milioni di invii (+16,4% sugli 815 del 2020). La maggior parte, ovvero 831 milioni, ha riguardato trasporti nazionali (+16% sui 716 del 2020) mentre quelli internazionali hanno sviluppato affari per 119 milioni (+19,2% sui 99 milioni del 2020). Anche sotto questo punto di vista si osserva una flessione nel quarto trimestre relativamente ai trasporti nazionali (228 milioni, in calo del 5,6% rispetto ai 241 dello stesso periodo del 2020), mentre quelli internazionali crescono del 6,5% (da 31 a 32,9 milioni di consegne).
Il report mostra infine l’evoluzione dei ricavi unitari per consegna pacco, che nel 2021 dopo alcuni anni di calo hanno invertito la tendenza. Il loro valore medio è stato di 6,3 euro (contro i 6,24 del 2020 e i 7,08 del 2019). Nel dettaglio i ricavi da consegne nazionali sono stati in media di 15,11 euro (dai 14,98 del 2020 e 17,17 del 2019), mentre quelli derivanti da trasporti internazionali si sono assestati sui 5,05 euro (dai 5,03 di un anno prima e dei 5,35 del 2019).
Francesca Marchesi