Ombre in arrivo sull’export di vino made in Italy
L’export di vino italiano chiude il primo quadrimestre in netta crescita, sia per volumi (+1,1% per volumi, 653 milioni di litri) sia in valore (+12,6% per un corrispettivo di 2,3 miliardi di euro in trend condizionato però dall’inflazione), ma dopo la contrazione registrata ad aprile inizia a temere per il futuro. Secondo una analisi dell’Osservatorio […]
L’export di vino italiano chiude il primo quadrimestre in netta crescita, sia per volumi (+1,1% per volumi, 653 milioni di litri) sia in valore (+12,6% per un corrispettivo di 2,3 miliardi di euro in trend condizionato però dall’inflazione), ma dopo la contrazione registrata ad aprile inizia a temere per il futuro.
Secondo una analisi dell’Osservatorio di Unione italiana vini (su dati Istat), nei quattro mesi fortissimo è stato il traino degli spumanti, i cui volumi destinati all’estero sono incrementati di circa il 15% a fronte di un calo dell’1% dell’imbottigliato fermo e frizzante.
Con il mese di aprile – ha però sottolineato il segretario generale Paolo Castelletti – “gli ordini di vino made in Italy hanno iniziato ad accusare un primo rallentamento. Prevediamo, per i prossimi mesi, un’inversione di tendenza ancor più significativa, e questo non aiuta certo un comparto che sta già subendo un’escalation di costi di energia, trasporti e materie prime in grado di influire mediamente per circa il 30% sul prodotto finito”.
Nel dettaglio, il quarto mese dell’anno ha visto la prima contrazione negli ordini di quest’anno, sia in valore (-1%) che in volume (-11%), con segni meno sia per gli spumanti (-4%) che per gli imbottigliati (-13%) e lo sfuso (-9%). Sul fronte delle destinazioni, nel quadrimestre si allarga sempre più la forbice tra spumanti e imbottigliati fermi e frizzanti, con i primi che segnano crescite a volume in tutti i principali mercati (+6% negli Usa, +33% in Uk, +12% in Germania), e con i secondi in difficoltà negli Usa e in Germania (rispettivamente a -3% e -6%) ma in ottima salute in Canada (+15%) e Regno Unito (+7%).
Su questo sfondo, preoccupa secondo Castelletti anche l’incremento a fine giugno del vino in giacenza (+3,8% sul pari periodo 2021) – in particolare di Indicazioni geografiche (+7,6%) – che secondo il segretario generale della Uiv “sta determinando speculazioni al ribasso sul fronte dei prezzi”.
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