Anche per la distribuzione pharma scatta l’allarme caro-energia
La filiera italiana del farmaco, inclusi gli operatori che si occupano della distribuzione, lancia l’allarme sui costi dell’energia e chiede di essere considerata, come già durante la pandemia, “comparto essenziale al quale assicurare continuità e sostenibilità della fornitura di gas, energia elettrica e carburanti per il trasporto”. L’appello congiunto è firmato da diverse associazioni di […]
La filiera italiana del farmaco, inclusi gli operatori che si occupano della distribuzione, lancia l’allarme sui costi dell’energia e chiede di essere considerata, come già durante la pandemia, “comparto essenziale al quale assicurare continuità e sostenibilità della fornitura di gas, energia elettrica e carburanti per il trasporto”.
L’appello congiunto è firmato da diverse associazioni di categoria del settore, ovvero Farmindustria, Egualia, Assoram, ADF, Federfarma Servizi e Federfarma.
L’escalation dei costi, denunciano le sigle, riguarda tutti i fattori della produzione e distribuzione (materiali, imballaggi, manutenzioni, fiale, packaging) cresciuti in media del 35-40% rispetto allo 2021, ed è resa ancora più grave dalla svalutazione dell’euro rispetto al dollaro, valuta con cui si pagano i principi attivi che provengono per l’80% da Cina e India, nonché dai problemi di approvvigionamento delle materie prime.
In particolare il boom si sta abbattendo sulle aziende della distribuzione – primaria, intermedia e finale – del farmaco con “costi di gestione non più sostenibili, in particolare per la cold chain, che adotta sistemi di refrigerazione a ciclo continuo”.
Uno scenario che, in assenza di concrete misure di contrasto e sostegno, secondo le associazioni “mette seriamente a rischio già dalle prossime settimane la prosecuzione dell’attività che garantisce il servizio pubblico essenziale della distribuzione alla comunità dei medicinali e di tutti prodotti per la salute”.
In assenza di interventi a tutela del settore il rischio, anche in vista della prossima stagione autunnale e dell’avvio delle campagne vaccinali, è che si verifichino “fenomeni di carenze e indisponibilità” in particolare “per le farmacie rurali che spesso costituiscono il principale presidio sanitario dei piccoli centri”.
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