Da Monza Dhl svela la logistica dietro il campionato Formula 1 (FOTO)
Monza – “A race between the races”. Questa l’efficace definizione che gli stessi addetti ai lavori hanno coniato per descrivere le operazioni logistiche che ogni anno rendono possibile lo svolgersi del campionato mondiale di Formula 1, in questa edizione 2022 con un totale di 22 corse in 5 continenti. Un compito che dal 2004 gli […]
Monza – “A race between the races”. Questa l’efficace definizione che gli stessi addetti ai lavori hanno coniato per descrivere le operazioni logistiche che ogni anno rendono possibile lo svolgersi del campionato mondiale di Formula 1, in questa edizione 2022 con un totale di 22 corse in 5 continenti.
Un compito che dal 2004 gli organizzatori hanno affidato in via ufficiale a Dhl, nelle vesti di partner logistico della manifestazione, che pure in totale seguiva già alcune operazioni da diversi anni. Alle tre divisioni del gruppo (Supply Chain, Global Forwarding, Express) fanno quindi capo il trasporto delle motorhome, di equipment e attrezzature varie, del carburante, dei pneumatici e anche delle stesse auto (che spesso viaggiano smontate), a eccezione di quanto le singole scuderie per varie ragioni decidono di gestire autonomamente
Un meccanismo – hanno illustrato Dhl e F1 nel corso di una presentazione che si è svolta sul paddock dell’autodromo di Monza, alla vigilia del Gran Premio e alla presenza di Felipe Massa – complesso e precisissimo, negli ultimi anni messo sotto stress dalle criticità globali del trasporto scoppiate con la pandemia, e che sempre più deve riuscire parallelamente a incastrare le spinte verso un percorso di sostenibilità ambientale.
Intanto, i numeri: “Circa 1.400 tonnellate di merce che viaggiano per ogni competizione, per un totale di 28 tir” ha spiegato Alessandro Viano, responsabile Global event logistics di Dhl Motorsports, a capo di uno staff di una cinquantina di persone di base dislocate per lo più in Italia, Regno Unito e Germania, ma pronte ad accorrere sul posto in caso di problemi o necessità.
Eventualità che si è verificata anche recentemente, perché anche Dhl si è trovata alle prese con i vari problemi – congestione portuale, blank sailings (ovvero cancellazione di viaggi), ritardi – che hanno afflitto il trasporto marittimo. “A un certo punto un vettore ci ha comunicato che non avrebbe più scalato il porto di Singapore, dove i nostri container erano attesi per una gara. Eravamo in Middle East, abbiamo riorganizzato la spedizione per via aerea, inviando nostro staff sul posto. Questo naturalmente ha voluto dire maggiori costi e maggior lavoro per scaricare i container dalla nave e ri-unitizzare la merce”.
Nonostante le criticità, la modalità marittima resta quella preferita per l’invio del materiale oltreoceano (“qualche centinaio di container ogni anno”). Il gruppo, spiega Viano, si avvale di long term agreements con le principali compagnie e alleanze. Ritardi, cancellazioni e incertezze hanno però spinto, come visto, a ricorrere maggiormente al trasporto aereo per gestire le urgenze (con la flotta propria, che include anche nuovi Boeing 777, ma anche ricorrendo a charter), dall’altro ad approntare quella che Viano ha descritto come una “safety net” per le partenze delle portacontainer. “Indichiamo due o tre partenze navi, con una data ultima che però le scuderie devono rispettare tassativamente”. Una ‘rete di salvataggio’ che entra in funzione quando non basta la sola attività di pianificazione. Questa, considerando la mole e la preziosità dei carichi, inizia circa un anno prima dell’inizio di ogni campionato in modo da permettere al meccanismo della Formula 1 di ‘girare’ perfettamente, rispettando le scadenze, che naturalmente precedono di qualche giorno l’avvio delle gare.
“Il materiale inizia ad arrivare negli autodromi anche 10 giorni prima, il giovedì è tutto sistemato. I lavori di smontaggio iniziano già la domenica mattina, durante la gara, a mezzanotte è tutto concluso”. Tanto che: “Ci rilassiamo solo quando parte la gara, dopo poco già ricominciamo a lavorare”.
Le cose si fanno ancora più complicate in caso di double e triple header (rispettivamente, 8 e 1 in questa stagione) ovvero quando le gare ‘cadono’ in due o tre domeniche consecutive (il Gran Premio di Italia a Monza in particolare quest’anno arriva alla conclusione di un triple header, dopo due gare consecutive in Belgio e Olanda), con tempi ovviamente ancora più compressi. In quest’ultimo caso (ma più in generale quando gli spostamenti avvengono sul continente europeo), la logistica si sposta tutta su strada.
Una ‘semplificazione’ arriverà tuttavia al prossimo step, quando da Monza il circuito si sposterà a Singapore per poi restare fuori Europa fino alla gara finale, in programma ad Abu Dhabi il 18-20 novembre. I truck che vanno a trasformarsi nelle motor home delle varie scuderie, presenti ad esempio nel paddock di Monza, non seguiranno infatti la carovana della Formula 1 ma faranno ritorno ognuno verso la propria sede (ad esempio, Maranello per la Ferrari) dove resteranno ‘parcheggiati’ fino alla prossima stagione, salvo refurbishment o altri impieghi, ad esempio per attività promozionali.
Questa la gestione per così dire ‘ordinaria’ della logistica del campionato, allo stesso tempo però impegnata sotto vari profili a tenere in considerazione la variabile ‘sostenibilità’. Nel 2019 la Formula 1 ha infatti annunciato vari obiettivi in questa direzione, tra cui quello di raggiungere la neutralità in termini di emissioni di Co2 entro il 2030.
Un intervento chiave sarà proprio nell’organizzazione stessa del campionato. “Eviteremo di zigzagare in giro per il mondo, stiamo studiando un itinerario più sensato nell’ordine delle gare in modo da ridurre gli spostamenti” ha spiegato Brandon Snow, managing director dell’area commerciale di F1.
Per quel che riguarda invece più direttamente Dhl, le iniziative messe in campo spaziano dall’impiego di tir a più basse emissioni all’utilizzo di carburanti alternativi quali biofuel e Saf per le spedizioni marittime e aeree, nonché l’utilizzo di nuovi Boeing 777 dotati di tecnologia a basso consumo di fuel.
Francesca Marchesi
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