Primi segnali di calo dei contratti di trasporto container (-1,1% a settembre)
L’andamento delle quotazioni dei contratti di trasporto marittimo di container, finora ancora piuttosto alte nonostante sul mercato spot si stia invece assistendo a un crollo dei prezzi, continua a far arrovellare gli addetti ai lavori, in particolare spedizionieri e caricatori che devono valutare che politica adottare rispetto a eventuali rinnovi e rinegoziazioni. Nei giorni scorsi […]
L’andamento delle quotazioni dei contratti di trasporto marittimo di container, finora ancora piuttosto alte nonostante sul mercato spot si stia invece assistendo a un crollo dei prezzi, continua a far arrovellare gli addetti ai lavori, in particolare spedizionieri e caricatori che devono valutare che politica adottare rispetto a eventuali rinnovi e rinegoziazioni.
Nei giorni scorsi la società di analisi Drewry si è sbilanciata, esprimendo la convinzione che a breve anche questi avrebbero iniziato a riassestarsi su livelli più bassi, e un segnale in questa direzione arriva ora dalla collega Xeneta. I ricercatori norvegesi hanno infatti riscontrato nel mese di settembre un piccolo calo (in media dell’1,1%) nel valore dei contratti di trasporto container di lungo periodo. Pur molto contenuta, la flessione è la prima osservata dallo scorso gennaio e la terza riscontrata da Xeneta negli ultimi 21 mesi. Gli analisti hanno anche detto di ritenere che non sarà l’ultima.
Al momento, tuttavia, secondo l’amministratore delegato di Xeneta, Patrick Berglund, il divario tra il valore delle tariffe per spedizioni spot e quello dei contratti “è più ampio che mai su molte tratte, nonostante il numero record di cancellazioni viaggi in un periodo che normalmente sarebbe considerato di peak season”. Per l’analista questo sta a indicare che nelle prossime negoziazioni il coltello passerà, per spedizionieri e caricatori, dalla parte del manico e che in sostanza al lieve calo di settembre ne seguiranno altri ben più consistenti.
A favore di questa ipotesi, vari indicatori: nel mese di settembre per l’Europa le importazioni sono scese dell’1,7% e le esportazioni dello 0,1%, mentre nell’Estremo Oriente le prime sono calate dell’1,2% e le seconde del 3%. Uniche a crescere, nel mese, le esportazioni dagli Stati Uniti (dello 0,3%), mentre le importazioni nel paese scendono dello 0,7%.
Se pure il calo appare quindi alle porte, Berglund invita però anche ad allargare la prospettiva e a guardare ai confronti anno su anno che, a settembre restano impietosi. Restando in Europa, i contratti di lungo periodo sono infatti ancora su valori superiori del 123,7% per le importazioni e del 75,5% per le esportazioni rispetto a 12 mesi fa.
E quindi, secondo Berglund, “è ancora lunga la strada che devono percorrere le tariffe in caduta prima che si possa parlare di correzioni importanti e di valori in linea con quelli del pre-pandemia”. E se anche il tonfo è ritenuto possibile, va ricordato che “negli ultimi tempi i vettori si sono dimostrati molto abili nel gestire l’equilibrio tra domanda e offerta, quindi qui nulla è certo. Prevediamo certamente un’attenuazione delle tariffe nel prossimo futuro, ma di quanto?” è l’interrogativo lasciato aperto dal Ceo di Xeneta.
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